Ictus

APPROFONDIMENTI

ICTUS

Il termine ictus e i suoi numerosi sinonimi (colpo apoplettico, attacco apoplettico, infarto cerebrale, stroke ecc.) indicano una perdita di funzione del cervello, causata da un insufficiente apporto di sangue a un'area più o meno estesa dell'organo.
Secondo la definizione dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), per poter parlare di ictus devono essere soddisfatti i seguenti punti:

rapida comparsa di segni e/o sintomi, riconducibili ad una perdita di funzione cerebrale (focale o globale), che:
devono avere durata superiore alle 24 ore;
non devono essere attribuibili ad altre cause apparenti diverse dall'origine vascolare.
I principali fattori di rischio sono rappresentati dall'ipertensione, dall'aterosclerosi, dal fumo di sigaretta e dall'abuso di alcool; non a caso, quindi, l'ictus è più frequente negli uomini rispetto alle donne e nei Paesi industrializzati rispetto a quelli in via di sviluppo.

I sintomi sono diversi e dipendono da fattori differenti, come la gravità dell'ictus, l'area di cervello colpita, le cause ecc; lo stesso dicasi per le complicazioni. La sintomatologia può, quindi, essere più o meno reversibile nel breve periodo, mentre le conseguenze a lungo termine possono essere parzialmente corrette da un'adeguata riabilitazione. 
La terapia più appropriata si pianifica, caso per caso, in base alle caratteristiche dell'ictus, che colpisce un individuo. Sono essenziali la rapidità e la tempestività dei soccorsi, nonché la prevenzione.

COS'E' L' ICTUS
L'ictus, noto anche come colpo apoplettico, è una grave condizione patologica, che si verifica quando i rifornimenti di sangue diretti al cervello si interrompono o sono fortemente ridotti. Senza questo apporto sanguigno fondamentale, il tessuto cerebrale comincia a morire per l'assenza di ossigeno e nutrienti.
L'ictus si contraddistingue per l'insorgenza improvvisa e, a causa degli effetti deleteri che esso può avere, richiede un intervento immediato. Infatti, prima si agisce con le appropriate contromisure, e minori saranno i danni cerebrali.

EPIDEMIOLOGIA
L'incidenza dell'ictus, in Italia e nel mondo, è altissima; nel nostro paese, ogni anno, colpisce più di 200.000 persone, di cui l'80% sono nuovi episodi mentre il restante 20% ricadute (cioè pazienti che hanno già avuto un episodio passato di ictus).
Sempre a livello nazionale, l'ictus è una delle maggiori cause di morte (la terza, dopo le cardiopatie e il cancro), e di invalidità. Si devono a esso, infatti, circa il 10-12% di tutti i decessi e la maggior parte degli adulti disabili.
Gli individui più a rischio sono gli anziani; non a caso, il 75% dei casi di ictus interessa persone dai 65 anni in su, mentre il rimanente 25% coinvolge persone più giovani (bambini compresi).
Se si pensa, poi, che la popolazione dei paesi industrializzati sta invecchiando di più rispetto a un tempo (si vive sempre più a lungo), si può intuire per quale motivo l'incidenza del colpo apoplettico sia destinata, in futuro, ad aumentare ancora.
Sono più colpiti gli uomini, rispetto alle donne, ed è ormai consolidata la tesi secondo cui esistono razze più predisposte di altre: difatti, gli asiatici, gli africani e i caraibici sono, in assoluto, le popolazioni più a rischio. Il motivo è da ricondursi a una tendenza naturale di queste etnie a sviluppare diabete e cardiopatie, che sono due dei più importanti fattori scatenanti l'ictus.

PERCHÈ INSORGE L'ICTUS
L'ictus insorge quando il rifornimento di sangue diretto al cervello si interrompe del tutto o si riduce in larga parte. Tale situazione può instaurarsi a causa di un'embolia, di una trombosi o di un'emorragia cerebrale. Quest'ultima condizione, più rara rispetto alle precedenti, è spesso mortale.

DOVE SI FORMA L'ICTUS
Spesso, la sede primaria della malattia non è il cervello, ma il cuore o i vasi arteriosi. Come anticipato, nella grande maggioranza dei casi, l'ostacolo al flusso ematico responsabile dell'ictus è, infatti, determinato dalla presenza di un coagulo (trombosi), di un suo frammento staccatosi dall'arteria in cui si è formato (embolia), oppure dalla rottura di una parete arteriosa (emorragia).

Tipi di Ictus
In base alle cause scatenanti, si distinguono due forme di ictus, ciascuna delle quali è suddivisa in altrettanti sottogruppi:

Ictus ischemico, i cui sottogruppi sono:
L'ictus trombotico, se è dovuto a una trombosi
L'ictus embolico, se è dovuto a un'embolia
Ictus emorragico, i cui sottogruppi sono:
L'ictus emorragico intracerebrale
L'ictus emorragico subaracnoideo
Per completezza d'informazione, è opportuno specificare che esiste anche un'altra particolare forma di ictus ischemico, detta attacco ischemico transitorio (TIA).

Ictus ischemico - Ictus emorragico
I sintomi, con cui quest'ultimo si presenta, sono del tutto simili a quelli dell'ictus ischemico (tant'è che non è possibile distinguerli se non con una diagnosi precisa); l'unica differenza è che tali sintomi, anziché essere permanenti come nell'ictus, si esauriscono dopo poco tempo (ecco perché si definisce transitorio).

ICTUS ISCHEMICO
L'ictus ischemico è la forma più frequente di ictus (circa l'85% dei casi). Si verifica a seguito di un restringimento, o di una completa chiusura, di uno dei vasi arteriosi che attraversano e irrorano il cervello (ischemia). L'ictus ischemico può essere trombotico o embolico.

ICTUS ISCHEMICO DI TIPO TROMBOTICO
Quando all'origine dell'ictus c'è una trombosi, si parla di ictus ischemico trombotico. In tali frangenti, l'interruzione del circolo sanguigno è dovuta alla formazione di un coagulo di sangue, ben ancorato al vaso arterioso entro cui origina. Il trombo (così viene chiamato tale coagulo di sangue) è spesso successivo a una lesione vasale (favorita dall'ipertensione) e risulta provocato dall'accumulo di piastrine e colesterolo (placca aterosclerotica).

ICTUS ISCHEMICO DI TIPO EMBOLICO
Quando la causa scatenante dell'ictus è un'embolia, si parla di ictus ischemico embolico. In questi casi, il coagulo di sangue non è ancorato alla parete di un vaso, ma si stacca e viaggia nel torrente circolatorio; se non si scioglie in tempo, viene spinto in vasi di diametro via via inferiore, fin quando non rimane incastrato per le sue dimensioni; in questo modo, funge da "tappo" riducendo drasticamente il normale flusso sanguigno a valle dell'ostruzione. L'embolo (questo è il nome che prende il coagulo di sangue), di solito, origina nel cuore e fluisce nel cervello solo in un secondo momento.

ICTUS EMORRAGICO
L'ictus emorragico avviene quando un vaso sanguigno, che irrora il cervello, si rompe o subisce una perdita di sangue, dando luogo alla cosiddetta emorragia cerebrale. Le cause principali di emorragia cerebrale sono:

L'ipertensione cronica
Un trauma cerebrale
Un aneurisma
Una malformazione artero-venosa congenita
L'ictus emorragico può essere classificato, in base al tipo di emorragia, in emorragico intracerebrale ed emorragico subaracnoideo.

ICTUS EMORRAGICO INTRACEREBRALE
L'emorragia è intracerebrale quando la rottura del vaso sanguigno si verifica all'interno dell'encefalo. Il sangue che fuoriesce, oltre a non rifornire più le aree di cervello a cui era destinato, esercita una pressione sul tessuto cerebrale circostante, danneggiandolo.
ICTUS EMORRAGICO SUBARACNOIDEO
L'emorragia è subaracnoidea quando si rompe un vaso arterioso situato sulla superficie del cervello, nello spazio tra esso e il cranio. La comparsa di tale disturbo è dovuta, di solito, alla rottura di un aneurisma ed è segnalata da un improvviso mal di testa.
Come nel caso precedente, dopo l'emorragia manca il rifornimento di ossigeno e nutrienti al tessuto cerebrale coinvolto, il quale comincia piano piano a morire.

FATTORI DI RISCHIO
I fattori di rischio, connessi alla comparsa di un ictus, sono numerosi. Possono distinguersi in due categorie: i fattori di rischio potenzialmente trattabili e i fattori di rischio non trattabili.
Per fattori di rischio potenzialmente trattabili s'intendono tutte quelle situazioni, legate anche a un attacco di cuore, per le quali esiste un rimedio, farmacologico o di tipo comportamentale. Per esempio, l'ipertensione cronica (una dei principali fattori di rischio di ictus) può essere trattata sia mediante farmaci ipotensivi sia adottando un sano stile di vita (dieta iposodica e movimento).
Per fattori di rischio non trattabili, invece, s'intendono alcune caratteristiche del paziente non modificabili, come per esempio l'età, la razza, la predisposizione genetica ecc.

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