DEMENZA SENILE
La demenza senile è una malattia cronico-degenerativa che comporta una progressiva perdita delle funzioni cerebrali, deficit cognitivi e disturbi del comportamento con perdita dell’autonomia e dell’autosufficienza, e conseguente dipendenza dagli altri fino alla immobilizzazione a letto.
Secondo il Rapporto OMS e ADI del 2012 è stata definita "una priorità mondiale di salute pubblica". Il maggior fattore di rischio associato all'insorgenza della demenza è l'età, verificandosi solitamente in persone con un’età superiore a 60-65 anni, anche se raramente può insorgere anche al di sotto dei 60 anni d’età, e in questo caso si parla di demenza senile precoce o giovanile.
La prevalenza della demenza nei paesi industrializzati è circa del 8% negli ultrasessantacinquenni e sale ad oltre il 20% dopo gli ottanta anni. L’Italia è uno dei paesi europei più anziani e quasi il 17% della popolazione, per un totale di 9,5 milioni, ha superato i 65 anni di età.
Nella definizione generica di “demenza” rientrano diverse malattie, alcune classificabili come demenze “primarie”, come la malattia di Alzheimer o la demenza con i corpi di Lewy, e altre invece definite “secondarie”, in quanto conseguenza di altre condizioni, come la demenza da Aids.
Le demenze sono il risultato di una complessa interazione tra fattori genetici, modificazioni neurochimiche, e interazioni con altre malattie.
CAUSE
La demenza è causata da danni subiti dalle cellule cerebrali. Le cellule danneggiate non possono svolgere le loro attività normalmente, perdono la capacità di “comunicare” tra loro ed in questo modo funzioni come il pensiero, il comportamento e le sensazioni ne risentono.
La perdita di memoria è un esempio di questo declino. Il morbo di Alzheimer rappresenta la più comune tipologia di demenza. La demenza vascolare, che si verifica dopo un ictus, è il secondo tipo più comune di demenza. Tuttavia, vi sono molte altre condizioni che possono provocare sintomi di demenza, tra le quali alcune sono reversibili, quali, ad esempio, i problemi di tiroide e quelli dovuti a carenze vitaminiche.
Le cause implicate possono essere reversibili o non reversibili.
Le cause reversibili hanno come effetto secondario la sintomatologia tipica della demenza senile, ma sono dovute ad altre condizioni patologiche, per esempio patologie metaboliche (diabete e ipercolesterolemia), carenze di vitamina B12, tumori cerebrali, farmaci e sostanze chimiche (benzodiazepine, anticolinergici o anche monossido di carbonio, piombo e alluminio), infezioni e problemi tiroidei.
Le cause irreversibili, o cronico-degenerative, sono invece quelle condizioni patologiche che causano primariamente la demenza senile e che non possono regredire, anzi, con l’avanzare del tempo il quadro clinico si aggrava e il soggetto sarà sempre più debilitato e meno autosufficiente: morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson, demenza vascolare, malattia dei corpi di Lewy, morbo di Pick, degenerazione temporo-frontale, malattia di Hunginton.
SINTOMI
Molte forme di demenza sono progressive: i sintomi si manifestano lentamente per poi peggiorare gradualmente. I sintomi di tipo cognitivo includono: perdita di memoria, mancanza di capacità di orientamento spazio-temporale, disturbi linguaggio, incapacità di concentrarsi e di prestare attenzione, di leggere e scrivere. I sintomi di tipo non cognitivo includono invece: alterazione del comportamento, insonnia, depressione, schizofrenia, rifiuto del cibo urla e vagabondaggio, irritabilità, aggressività e apatia. Infine i sintomi di tipo funzionale comprendono: difficoltà motorie, incontinenza, nessuna cura per l’igiene personale, incapacità di alimentarsi autonomamente.
In base alla sintomatologia la demenza senile si può classificare in 4 stadi:
1. Precoce. I sintomi sono appena pronunciati e le attività giornaliere non risentono di alcuna disabilità o di perdita di abilità cognitive.
2. Moderata. I sintomi sono più pronunciati e talvolta possono compromettere alcune attività giornaliere che non possono essere svolte senza il sostegno di un’altra persona.
3. Grave. I sintomi sono molto più pronunciati e il soggetto non è in grado di svolgere nessuna attività giornaliera autonomamente. Subentrano inoltre incontinenza, incapacità di alimentarsi da soli e di uscire di casa anche se accompagnati.
4. Severa. Il soggetto non ha più nessuna capacità di comunicare con il mondo esterno e talvolta si trova in stato vegetativo.
FATTORI DI RISCHIO
I fattori di rischio che contribuiscono, in soggetti predisposti, al manifestarsi della malattia sono:
• sesso ed età: oltre i 60-65 anni e sesso femminile (sia a causa della vita più lunga che della menopausa)
• fumo: danneggia le pareti dei vasi, compresi quelli cerebrali e le cellule cerebrali stesse, favorendo in questo modo lo sviluppo di patologie varie tra cui la demenza senile di tipo galoppante, a rapido sviluppo
• ipercolesterolemia: causa la formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie cerebrali ostacolando il flusso sanguigno e danneggiando le cellule cerebrali
• ipertensione arteriosa: la pressione alta provoca lesioni a livello dei vasi arteriosi causando vere e proprie cicatrici che a livello cerebrale comportano un fattore di rischio per lo sviluppo di demenze senili
• abuso di alcol: danni a livello delle cellule cerebrali e a livello di sinapsi
• fattori di origine genetica: quelli con il peso maggiore. Si ritiene che 2 cromosomi, il cromosoma 21, già implicato nella sindrome di Down, e il cromosoma 19, siano coinvolti nello sviluppo e nel manifestarsi di patologie che causano demenza senile
DIAGNOSI
In seguito all’esame obiettivo e alla classificazione del paziente secondo la sintomatologia manifestata, è possibile effettuare dei test specifici:
esami di laboratorio, per valutare i livelli di ormoni tiroidei, di vitamina B12, elettroliti, parametri epatici
Elettroencefalogramma, per valutare l’attività elettrica del cervello e individuarne le alterazioni
RM (risonanza magnetica), per valutare la struttura generale dell’encefalo ed eventuali cambiamenti
TAC(tomografia assiale computerizzata), per visualizzare lo spessore delle pareti del cervello
PET (tomografia a emissione di positroni), per evidenziare le funzionalità delle diverse aree cerebrali ed eventuali alterazioni
SPECT (tomografia a emissione di un singolo fotone), per misurare il flusso di sangue nelle arterie cerebrali
Bibliografia
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